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DONNE DI KABUL di Franco Campora

In questa landa di tutti e di nessuno

di cime fredde, impervie e terra ocra, dura

dove germoglio stenta la sua via

dove la lama ha spuntato la penna

e le bombe hanno oscurato la vita,

 

vivono angeli caduti in terra, donne d'oriente

sepolte dietro al buio dell'indifferenza

prigioniere dell'umana ignoranza

murate come peccato, lacrimose anime

figlie della solitudine, madri della sofferenza, mogli della paura.

 

Non le vedo le donne di Kabul.

 

Dove trovare potrò quei profondi occhi neri ?

Voglio lasciare che il mio legno in voi faccia naufragio

e mollemente farmi vincere dal vostro amore

permettendomi l'infanzia, restituendovi la femminea fiamma,

 

ma non ci siete, oltre la luce avete trovato asilo

decenni di paura hanno eretto il muro del languore

ed ora che la libertà v'è permessa, tremate

rapite dal terrore del passato non vedete più futuro

come se il velo avesse oscurato per sempre il vostro cuore.

 

Non le vedi, le donne di Kabul.

 

L'odio che costruì il manto oscuro, tana e prigione

solo d'umano amore si potrà lacerare

perchè luce dia vita al diafano volto austero

per unire alfine, mano a mano,

ed io vi aspetterò rondini di Kabul, figlie del mondo

perchè un giorno il velo cadrà e potrò rivedere i vostri occhi

la corriera della vita è ancora alla fermata

nella luce, non aspetta che voi

e questa volta vi attenderà, donne di Kabul.

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